In questo periodo sto tenendo un corso – il sito aziendale efficace – rivolto ad aziende impegnate nel settore meccanico. Questa esperienza mi conferma che nelle aziende domina curiosità, accompagnata da grande confusione riguardo al sito web, mezzo potenzialmente utile per lo sviluppo dell’economia aziendale.
Articolo pubblicato da Griffer Mgazine
Libri, siti e blog animati da esperti professionisti, ma anche da troppi opinionisti a mio parere, informano sulle ultime tendenze, delineano principi a cui attenersi, presentano nuove soluzioni tecnologiche e mettono a disposizione tutto quello che ora si conosce in termini di usabilità, accessibilità, seo (ottimizzazione) e molto altro ancora.
Questo bagaglio di informazioni è a disposizione di tutti ma è così vasto che per gestirlo bisogna essere dei professionisti per non incorrere in errori e creare danni al proprio sito. Ad esempio alcuni si lanciano nell’inserimento di keywords (le parole chiave) nei meta tag (è la parte di una pagina web scritta a uso quasi eslusivo dei motori di ricerca) senza assicurarsi che le medesime parole siano presenti anche nei testi delle pagine del sito aziendale. Così operando i motori di ricerca vengono -a volte involontariamente- raggirati. Google reagisce a questo comportamento penalizzando il sito; questo significa che lo sposta a un livello più basso nella lista dei siti che propone. Va prestata molta attenzione: alcune operazioni sono semplici da eseguire ma se fatte con troppa leggerezza hanno effetti tangibili e negativi.
Come orientarsi all’interno di questo universo? La soluzione non è diventare degli esperti di internet ma concentrarsi sul proprio sito aziendale. Il primo passo è vedere se fa quello per cui avete pagato: farvi trovare.
Fig.1
Come verificare l’efficacia di un sito
Con il vostro browser (ad esempio Explorer o FireFox) collegatevi a www.google.it e inserite nel campo di ricerca il dominio del vostro sito ad esempio www.ilmiosito.it e osservate il risultato che dovrebbe essere simile alla schermata mostrata in Fig-2.
Controllate i risultati di Google e rispondete a queste domande:
• il mio sito è presente?
• Sono indicizzate (presenti) tutte le pagine del mio sito o soltanto alcune? E io so quante e quali pagine compongono il mio sito?
• Sono presenti anche risultati che riguardano la mia azienda ma non portano al mio sito (ad esempio ci sono link verso “Pagine Gialle on-line” o portali di settore)? Questi link portano a pagine in cui si parla bene della mia azienda?
Se giudicate le vostre risposte insoddisfacenti, vi suggerisco di rivolgervi a un professionista, anche allo stesso webmaster che ha realizzato il vostro sito, per ricercare le cause dell’insuccesso e le possibili soluzioni. Nel frattempo vi anticipo alcune probabili risposte e le relative soluzioni.
Il sito è formato da numerose pagine ma è indicizzata unicamente l’home-page (la prima pagina)! Probabilmente il vostro sito inizia con un’animazione flash (il logo che fluttua sulla pagina con effetti simili a un trailer cinematografico) e ai motori di ricerca questi effetti sono indigesti per cui hanno difficoltà a “entrare” nel vostro sito per indicizzare i suoi contenuti per poi proporli ai navigatori. Una soluzione è creare una pagina in html con la mappa del sito che riporti tutti i link alle pagine che lo compongono e segnalarla a Google collegandosi a www.google.it/intl/it/add_url.html.
In alternativa si può rimuovere l’introduzione flash: questo va fatto non tanto perché indigesta ai motori di ricerca – infatti con opportuni e attenti accorgimenti si può superare il problema – ma perché la maggioranza dei navigatori non la gradisce, infatti al di fuori dell’Italia sono ormai scomparse. Flash rimane uno strumento valido ma se usato appropriatamente, ad esempio per spiegare particolari punti di forza del vostro prodotto che in caso contrario necessiterebbero di lunghe e pedanti descrizioni.
Il sito è grande ma solo poche pagine sono indicizzate! Ultimamente riscuotono successo i siti dinamici che permettono alle aziende di aggiornare autonomamente il loro sito ad esempio inserendo automaticamente nuove pagine di notizie. Questi siti hanno pagine con url (indirizzo) del tipo http://www.ilmiosito.it/site/d_page. asp?IDPagina=7&Section= indicizzabili a fatica dai motori di ricerca. Una soluzione è rinominare queste pagine assegnando nomi più semplici del tipo www.ilmiosito.it/finestre-classea. htm.
Ma attenzione Google sta chiedendo di lasciare le url inalterate informando che si districherà autonomamente tra i parametri del sito. Questo accade perché un numero crescente di siti applica male questa tecnica del re-write (riscrittura) causando seri problemi e addirittura ostacolando l’indicizzazione. Il problema rimane: le pagine andrebbero rinominate per favorire il loro posizionamento – e gli esperti programmatori continueranno a farlo – ma il lavoro deve essere fatto bene altrimenti si patisce un danno.
Tra i primi risultati di Google c’è il link a un blog in cui un cliente insoddisfatto parla male della mia azienda! Purtroppo in questo caso c’è poco da fare, anche ottenendo la censura di questo sfogo la notizia continuerà a esistere nella rete nonostante la fonte originale sia stata cancellata. La soluzione è prevenire queste lamentele predisponendo nel proprio sito un contatto “reclami” in modo che la lamentela giunga direttamente a voi dandovi modo di rimediare.
Perche Google è importante
Google merita attenzione perché è la principale fonte di visite verso il vostro sito, addirittura l’Italia si contraddistingue per l’abitudine di accedere a un sito tramite un motore di ricerca attraverso il suo url, forse perché non si è sicuri del nome corretto del sito. La prima “torta” si riferisce a un sito che ho creato da qualche mese per un’azienda che ha programmato una campagna di comunicazione on-line basata su presentazione dell’azienda in portali di settore, invio di newsletter per il lancio di nuovi prodotti e pagine-vetrina dedicate ai suoi prodotti di punta in siti rivolti ai suoi potenziali clienti. Si notano in verde le numerose visite provenienti appunto da questi portali di settore. Sono elevate anche le visite dirette segnalate in azzurro, questo perché l’azienda tesse con costanza una rete di contatti diretti con gli architetti promuovendo conferenze, partecipando a eventi e recandosi direttamente negli studi di architettura. Oltre la metà degli ingressi sono generati dai motori di ricerca, e divengono quasi la totalità – come mostrato nel secondo grafico – nel caso di siti appartenenti ad aziende che non investono con costanza in pubblicità sulla stampa, in materiale divulgativo come pieghevoli di prodotto o company-profile, e in una rete di venditori sul territorio. Se si analizzano in dettaglio le sorgenti di traffico (terza “torta”) balza agli occhi che Google è il motore per eccellenza, mentre tutti gli altri sono relegati a un ruolo minoritario. Per il momento è importante avere un occhio di riguardo nei suoi confronti.
Google è il motore per eccellenza, mentre tutti gli altri sono relegati a un ruolo minoritario.
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