Navigando nel web vedo che i cattivi siti aziendali commettono errori comuni. Eppure il sito e la vetrina sono il primo contatto che un possibile cliente ha con un’azienda. Si dovrebbe avere grande attenzione per questo strumento interpretato dal navigatore come una finestra attraverso cui osservare la reale azienda e i suoi prodotti.
- Il sito è vecchio? L’azienda è vecchia.
- Sono presenti solo i vecchi prodotti? Non ci sono prodotti nuovi.
- L’ultima news è del 2009? L’azienda non esiste più.
1. Supporre che qualunque sito sia da preferire a non averne uno
Quando si ha bisogno di qualcosa ci si rivolge a internet e non essere presente equivale a non esistere. Ovviamente una volta trovato un sito il navigatore si fa un’idea in base a ciò che vede e se non lo soddisfa lo scarterà a favore di un altro. Va tenuto presente che un navigatore in cerca di informazioni per acquistare mette sempre a confronto più di un sito: quindi vinta la battaglia per apparire nelle prime posizioni di Google va superata la prova del confronto.
Il sito è l’immagine pubblica di un’azienda: come si sceglie un venditore in base ad aspetto e capacità di promuovere azienda e prodotti, si deve pretendere che il sito rifletta un’immagine appropriata. In particolare è da evitare un sito fotocopia: ad esempio cercando un avvocato a Treviso mi sono imbattuta in decine di siti IDENTICI. Ma come? Io cerco un avvocato che mi ispiri sicurezza e mi imbatto in una schiera di avvocati copioni?
Con l’avanzare dei social media c’è anche chi pensa di poter sostituire il sito con questi. SBAGLIATO! Senza entrare nel dettaglio si deve sapere che:
- non è possibile possedere o avere il controllo sui socialmedia
- non è possibile fare affari con il business di un altro
- esiste una priorità tra i vari strumenti che concorrono a promuovere un brand: il marchio deve venire prima del sito e quest’ultimo prima dei socialmedia. Non è
- possibile invertire l’ordine o evitare alcuni passaggi fondamentali.
2. Non sapere perché l’azienda ha bisogno di un sito
Il sito è come un veicolo che porta qualcosa in un posto. In base a quanto denaro si ha a disposizione, agli spostamenti da fare e a cosa si deve trasportare si decide cosa acquistare, ad esempio esempio una formula1 per una gara, un TIR per trasporti internazionali di merci, un furgoncino per consegnare pacchi in piccoli centri storici, un’imbarcazione per pescare, una macchina per andare a lavorare…
Allo stesso modo un’azienda deve prima capire perché le serve un sito. Esigenze differenti da soddisfare richiedono siti diversi. Non è possibile ottenere più risultati con lo stesso sito: avete mai visto un TIR partecipare a una Formula1? È per questo motivo che le aziende quotate in borsa hanno almeno due siti: uno per promuovere i prodotti e uno per persuadere gli investitori.
Prima si deve stabilire l’obiettivo da raggiungere e in base a questo va progettato e costruito il sito. Si vuole aumentare la notorietà del marchio? Vendere on-line?…
3. Concentrarsi sull’estetica
Il primo giudizio inevitabilmente è conseguenza di cosa si vede. Un sito però deve essere pensato per soddisfare il cliente per il quale le informazioni sono più importanti del design.
L’elemento più importante di un sito è il contenuto. Il design deve sostenere il contenuto, facilitando la sua lettura.
4. Trascurare la navigabilità
Il sito deve essere funzionale, facile da navigare e intuitivo. Il navigatore che entra in un sito aziendale pretende di trovare immediatamente le informazioni. Se ciò che vede non lo soddisfa ritorna in Google per navigare in altri siti. I menu devo essere intuitivi, i pulsanti grandi e colorati (preferibilmente color arancio o rossi), ogni pagina dovrebbe terminare con un chiaro invito all’azione “prenota una visita”, “scrivi la tua opinione”, “Fai una domanda”, “clicca qui per maggiori informazioni”…
5. Usare PDF e altri formati di documenti
A volte per risparmiare si preferisce inserire nel sito presentazioni aziendali o brochure prodotti in formato PDF. È un errore grave perché:
- il web esige un’organizzazione dei contenuti differente da quella della carta stampata
- scorrere un PDF formato numerose pagine è difficoltoso, e il navigatore pretende di non fare fatica
- è difficile capire come salvare o stampare il pdf
- aprire un pdf è un’incognita; può essere interessante o inutile, oppure inutilmente pesante, soprattutto non è possibile conoscere il suo contenuto in anticipo
Differente è inserire i documenti aziendali come i depliant prodotto all’interno della pagina web che descrive i prodotti, in questo caso i pdf completano la presentazione del prodotti.
Il modo migliore per inserire un PDF è renderlo sfogliabile on-line in modo che il navigatore possa apprezzarne immediatamente il valore.
Lo stesso discorso vale per altri documenti come le foto zippate o i ppt (power point).
6. Contenuti trascurati e non scritti per il web
L’elemento più importante di un sito è il contenuto. Per farsi trovare dai clienti, per emergere nei risultati di un motore di ricerca, per persuadere all’acquisto, per farsi preferire rispetto ai concorrenti, per ottenere un premium-prize… si deve disporre di contenuti ricchi, di valore per chi legge, periodicamente aggiornati e scritti appositamente per il web.
Un blocco di testo fitto, che può essere idoneo per un manuale tecnico, farà scappare i navigatori. Così come le informazioni più importanti vanno poste all’inizio della pagina e non al termine come ci è stato insegnato a scuola. Inoltre pagine molto lunghe vanno spezzate, riorganizzando il testo in più pagine.
7. Confondere il “diversificare” con la stravaganza
L’azienda deve diversificarsi: vero! Questo significa ad esempio proporre servizi peculiari, prodotti la cui presentazione è curata e pensata per piacere agli acquirenti target. Il diversificarsi non può esaurirsi nel cambiare alcuni elementi. I navigatori sono abituarsi a muoversi in molti siti che si muovono secondo regole comuni: cliccando sul logo si ritorna all’home-page; nella pagina contatti si trova sia l’email sia i tradizionali recapiti con indirizzo e telefono; un link una volta cliccato cambia colore.
È negativo intervenire in queste regole: si devono conoscere e applicare in modo corretto. Ad esempio se per evidenziare un testo lo si sottolinea si darà la sensazione di un link danneggiato e quindi di un sito trascurato.
8. Aspettarsi che il navigatore sappia cosa fare
Il navigatore vuole essere libero di decidere cosa fare, ma questo non lo deve obbligare ad agire prendendo continuamente l’iniziativa. Non è sufficiente che qualcosa sia presente in un sito perché un navigatore la trovi. Se vogliamo che la trovi dobbiamo rendere facile l’operazione. Spesso mi è capitato di sentire dire: “…ma i nostri clienti sanno dove trovare questo documento”, “sono tecnici sanno che questi sono i dati parziali e che devono richiederci quelli completi” o ancora “sono abituati così, non occorre cambiare l’organizzazione”…
Inoltre se si desidera che il navigatore compia un’azione va detto in modo esplicito: “scarica il manuale”, “iscriviti alla newsletter”, “commenta questo articolo”…
9. Progettare per il computer
È sempre più diffuso l’uso di tablet e smartphone, quindi un sito deve essere visualizzato bene con qualsiasi supporto.
Soprattutto si deve progettare per le persone e non per una macchina come ad esempio i motori di ricerca.
10. Non chiedere un’opinione
Un proverbio recita “La supposizione è la madre di tutte le boiate”, quindi si devono ascoltare i commenti che lo riguardano per apportare continui miglioramenti.
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